Durata di video e canzoni ai tempi dei social

Durata di video e canzoni ai tempi dei social: com’è cambiata nel tempo

L’attenzione media degli utenti 

20 secondi. E’ questa la soglia dell’attenzione che gli utenti dei social network hanno davanti a un video. Che sia un reel o un frame qualsiasi, la durata della nostra attenzione difficilmente supererà – in media – questo limite. 

Il dato va in controtendenza rispetto al passato, quando invece l’occhio – più o meno clinico – degli utenti di internet e tv era molto più attento e paziente: basti pensare alla grande quantità di documentari che abbiamo visto a scuola o a casa, ma non solo. 

La durata delle canzoni nel corso del tempo

Citiamo un gruppo: i Pink Floyd. E citiamo qualche canzone: Confortably numb, ad esempio. Che dura 6 minuti e 55 secondi, e che nessuno oserebbe interrompere prima. Perchè il nostro orecchio è abituato così. Citiamo, a titolo di esempio, Wish you were here, che è probabilmente la canzone più famosa del gruppo e che dura 5 minuti e 35 secondi. E poi ne citiamo altre, direttamente dalle tendenze di Youtube: Alleluia, del trapper Shiva (durata 2 minuti e 45 secondi); Respira di Elodie (2 minuti e 58), ‘a vita senz’e te di Rocco Hunt (2 minuti e 27). Il minimo comune multiplo tra i tre successi dell’attuale classifica Yt è la durata inferiore ai 180 secondi.

E i video?

Repetita iuvant. L’esperienza di Tik Tok e l’affermazione dei reel sulle piattaforme Meta ci conferma un dato incontrovertibile: i video brevi e di impatto superano di gran lunga l’appeal di clip più lunghe. A discapito della qualità? Non per forza.

Realizzare un reel, soprattutto in ambito commerciale, resta un’attività complessa che deve tener conto di tante varianti e avvalersi di consulenze di settore specifiche.

Come si crea un reel?

Scindiamo due aspetti: quello professionale da quello del divertimento. In altre parole: chi crea reel per lavoro non li crea per diletto. L’opposto, invece, può anche verificarsi. Ma un professionista che crea un video deve necessariamente partire da una domanda: che messaggio si vuole mandare? Risolto questo quesito, sarà necessario lavorare a ogni aspetto del reel, che dovrà però rispettare una conditio sine qua non: la tempistica ristretta.

Conclusioni

Il linguaggio dei social è un linguaggio smart. La durata cambia da platea a platea, ma ciò che resta universale è la propensione dell’utente a cercare contenuti diretti, impattanti, facilmente memorizzabili. E’ il principio stesso di un claim pubblicitario: se “prende“, prende subito. Nel caso contrario, non ci riuscirebbe nemmeno dopo un quarto d’ora di tentativi. Perchè, in alcuni casi repetita iuvant. Ma in altri, semplicemente, no.


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